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Concessione Autostrade: l’allegro regalo. Puntata 3bis.

Avevo chiuso la terza puntata, relativa al “bel regalo di Autostrade”, richiamando un articolo di spalla del Corriere della Sera del 16 Gennaio, sul tema Autostrade ovviamente, che si concludeva con il giornalista che citava Blackrock, Lazard e GIC, riportando che, in caso di revisione della concessione, questi "colossi della finanza" riterrebbero l'Italia un paese nel quale non investire.

 

Mi va bene, noi siamo il paese dei ripensamenti e delle leggi retroattive, una pessima abitudine dei nostri politici sottoacculturati, e una dichiarazione simile ci sta, se non sei COINVOLTO con la società in questione e quindi, anche se indirettamente, con i 43 MORTI del Ponte Morandi.

 

Ma qui nasce il però, un però semplice: questi “signori della finanza mondiale” non possono permettersi di sparare sentenze perché sono coinvolti direttamente con i “signori Benetton”, ovvero con Edizione, Atlantia e ASPI. Mi ero ripromesso di verificare questa situazione ed è stato facilissimo: tutti e tre questi “signori della finanza” fanno parte dell’azionariato di Edizione e/o Atlantia.

 

GIC e Lazard, come vedete nella tabella, diretttamente presenti nell’azionariato di Atlantia, come riporta Atlantia nel suo sito citando i dati CONSOB del 20/9/2019. Ecco l’azionariato:

 

30,25 Sintonia (Edizione ovvero i “signori Benetton”)

8,14 GIC PTE Ltd

5.05 Lazard Asset Management

5.01% HSBC Holdings PLC

4,85% Fondazione Cassa di Risparmio Torino

0,94% Azioni proprie

45,76% Flottante.

 

E Blackrock il gigante mondiale della finanza che gestisce un patrimonio stimato di almeno 6.000 Miliardi di Dollari? Abbastanza semplice, non compaiono nell’azionariato, ma, come riporta Il Sole 24 Ore qui (https://www.ilsole24ore.com/art/benetton-fondo-singapore-fondazione-crt-e-hsbc-ecco-chi-sono-soci-atlantia--AE9zzcbF), Blackrock compare fino a Marzo 2019 come proprietario del 5,12% delle azioni flottanti di Atlantia, salvo poi vendere un po’ di azioni e scendere sotto il 5%, scomparendo dai radar degli azionisti, che detengono parte del flottante, sopra il 5%.

 

A questo punto, premesso che la finanza non è un delitto, se gestita correttamente, la domanda che mi faccio è la seguente: come hanno potuto permettersi, questi “signori della finanza” (Blackrock, Lazard, GIC) di dichiarare che, nel caso in cui fosse rimessa in discussione la concessione di Autostrade, considererebbero l’Italia un paese inaffidabile, senza che nessuno gli abbia detto nulla?

 

Ovviamente, implicita a una simile dichiarazione, abbiamo la seconda parte, non detta, della dichiarazione: se l’Italia farà “qualcosa”, che riterremo negativo, noi non investiremo più in Italia.

 

Un vero e proprio avvertimento “mafioso”, inviato a chi sta lavorando sui 43 MORTI del ponte Morandi, diffuso da società che sono proprietarie di quote azionarie di una società quotata in borsa e pubblicato da un giornalista di un importante quotidiano italiano. Forse il più importante.

 

Non vorrei sembrare eccessivo, ma a qualcuno non è venuto in mente che una simile dichiarazione sia molto vicina al reato di aggiotaggio? L’articolo 501 del Codice Penale italiano recita:

Chiunque, al fine di turbare il mercato interno dei valori o delle merci, pubblica o altrimenti divulga notizie false, esagerate o tendenziose o adopera altri artifizi atti a cagionare un aumento o una diminuzione del prezzo delle merci, ovvero dei valori ammessi nelle liste di borsa o negoziabili nel pubblico mercato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da euro 516 a 25.822
Se l'aumento o la diminuzione del prezzo delle merci o dei valori si verifica, le pene sono aumentate. Le pene sono raddoppiate:
1. se il fatto è commesso dal cittadino per favorire interessi stranieri;
2. se dal fatto deriva un deprezzamento della valuta nazionale o dei titoli dello Stato, ovvero il rincaro di merci di comune o largo consumo.
Le pene stabilite nelle disposizioni precedenti si applicano anche se il fatto è commesso all'estero, in danno della valuta nazionale o di titoli pubblici italiani.
La condanna importa l'interdizione dai pubblici uffici».

Per completare l’opera abbiamo anche l’articolo 2637 del Codice Civile:

«Chiunque diffonde notizie false, ovvero pone in essere operazioni simulate o altri artifici concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari, quotati o non quotati, ovvero ad incidere in modo significativo sull'affidamento che il pubblico ripone nella stabilità patrimoniale di banche o di gruppi bancari, è punito con la pena della reclusione da uno a cinque anni».

Non sono l’unico che si è accorto di questa “stortura”, qui http://sbilanciamoci.info/il-peso-di-blackrock-nella-riforma-di-macron-e-nei-risparmi-di-atlantia/ , trovate anche altri.

 

A questo punto sono anche un po’ incazzato: ma qualcuno vuole indagare su questi “signori” e riportarli al loro posto oppure, per il semplice fatto che sono “grandi”, possono permettersi di fare e dire ciò che vogliono potendo contare sempre sull’impunità?

 

Sono tutti a tirarsi delle seghe (intese come masturbazioni) spaventose per le “fake news”, tutti a parlarne come il “danno assoluto” della moderna informazione e quando vengono sparate non solo delle “fake news”, ci sono 43 MORTI a fronte delle azioni in corso nei confronti dei “signori Benetton”, ma addirittura delle velate minacce, da parte di azionisti di società quotate in borsa, nessuno, ma proprio nessuno che conta, dice nulla.

 

Ho capito che vi piace stare chinati, ma non state esagerando? Non sono Blackrock, Lazard o GIC, che vi pagano lo stipendio, non lo pagano nemmeno ai giornalisti che pubblicano queste dichiarazioni rafforzandole, ma cari politici e care strutture dello Stato Italiano: siamo noi cittadini “insignificanti” che vi paghiamo lo stipendio e siamo noi cittadini “insignificanti” che dovete tutelare: sempre e in modo prioritario.

 

Ve ne siete dimenticati?

 

Buona giornata.

 

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Commenti: 1
  • #1

    endorsum (venerdì, 24 gennaio 2020 01:08)

    Aggiotaggio. Vero.